Si è svolto a Milano il 29 novembre la II assemblea annuale dell’Unione Nazionale Servizio Civile. Presente e rappresentato l’intero sistema del Servizio Civile: Dipartimento, Regioni, Rappresentanza degli OV e degli Enti SCU (con oltre il 90% rappresentato tramite le proprie reti), oltre alla presenza del Presidente e Vice-presidente della Consulta Nazionale Servizio Civile.
Tema centrale il futuro del Servizio Civile ed in particolare, tra le varie criticità espresse, il sistema di assegnazione delle posizioni agli Enti SCU. Attraverso il suo Manifesto per un Servizio Civile più giusto, ora pubblico sul sito unioneserviziocivile.it, l’Unione ha evidenziato diverse criticità dell’attuale sistema di assegnazione delle posizioni: scarsa distribuzione geografica (bando SCU 2023: 1 posizione ogni 24 giovani a Isernia, 1 posizione ogni 575 a Ferrara) nonostante l’esistenza di un meccanismo di garanzia regionale ad oggi mai attivato se non in Valle d’Aosta, scarsa distribuzione tra settori (bando SCU 2023: in Emilia-Romagna solo 4 progetti sulla cultura su 179 finanziati), ampia imprevedibilità dell’esito delle valutazioni con soglia di finanziamento sempre più vicina al punteggio massimo.
Ne deriva, come evidenziato anche dalle altre reti di Servizio Civile, una difficoltà ad investire nella struttura di gestione del Servizio Civile e un impatto sul territorio spesso interrotto dalla discontinuità nel tempo degli interventi, con territori che di anno in anno si ritrovano privi di operatori volontari SCU.
Le diverse reti hanno quindi condiviso le difficoltà che vivono con l’attuale sistema e si sono rese disponibili a discutere di alternative.
Di seguito il dettaglio dei vari momenti.
Le testimonianze di tre volontarie: il vero valore del Servizio Civile.
I numeri dell’Unione nel 2024: 20.000 ov richiesti nell’ultimo avviso, circa il 25% del totale.
Le collaborazioni nate tra Enti SCU a 1 anno dalla nascita dell’Unione: 35 enti su 71 hanno coprogrammato, coprogettato o fatto formazione insieme.
Manifesto per un Servizio Civile più giusto: 3 problemi e 3 soluzioni.
1) Problema: scarsa distribuzione territoriale e settoriale dei posti a bando – nel 2024 a Isernia 1 posizione a bando ogni 24 giovani, a Ferrara 1 ogni 575. Nel 2024 in Emilia Romagna su 179 progetti finanziati 87 progetti su assistenza, 83 su educazione, solo 4 su cultura. Soluzione: aumentare l’attuale sistema di quota-garanzia regionale;
2) Problema: i tassi di avvio degli Enti di Servizio Civile – alcuni enti avviano ogni anno il 90% dei propri OV, altri il 30%. Soluzione: limitare la domanda di chi ha tassi di avvio sotto al 70%;
3) Problema: Il monitoraggio dei progetti di Servizio Civile: ad oggi nessun monitoraggio da parte del Dipartimento su qualità del servizio, nessun incentivo per gli Enti a un monitoraggio interno efficace. Soluzione: no a deflettori, si a un monitoraggio diretto del Dipartimento anche orientando le proprie ispezioni nei casi più critici
1° Panel sullo stato del Servizio Civile:
– Lorenzo Maiorino (Dipartimento): “il confronto è la chiave per poter assicurare il progresso del SCU”
– Luisa Paradisi (Regioni): “problema ispezioni: dovrebbe essere anche una nostra competenza, dovremmo raggiungere un accordo con il Dipartimento che però potrebbe non includerle. Nel regionale speriamo di accogliere chi rimane fuori dalla graduatoria nazionale.”
– Claudio Tosi (CSVnet): “la competizione tra enti SCU è irragionevole in un sistema collaborativo. Oggi un probema di vanità degli enti: avere ov non è un vanto, bisogna rispondere alle reali esigenze del territorio.”
– Enrico Maria Borrelli (FNSC e Pres. Consulta): “la mediazione è necessaria, ci siamo riusciti in Consulta con le Disposizioni Enti-OV. Siamo enti pubblici di volontariato, non siamo retribuiti. Il sistema attuale non è il migliore ma è comunque l’esito di una mediazione degli anni passati.”
– Riccardo Liani (Rappresentanza Nazionale OV): “se si vuole parlare di inclusioni con i giovani è necessario dialogare con loro, sia nella presentazione dei programmi SCU sia durante il servizio tramite il monitoraggio. Necessaria maggiore flessibilità nella gestione del servizio.”
– Rossano Salvatore (CNESC): “c’è uno sgretolamento dei valori dello SCU. Necessario ribadire l’unitarietà del Servizio Civile. Valutare gli Enti SCU all’ingresso all’albo. Monitoraggio e controllo: serve per punirci o aiutarci a migliorare? Scrittura programmi una perdita di tempo, loro valutazione offensiva con 10 punti di distanza da un anno all’altro. Dobbiamo ribellarci e obiettare contro questo sistema.”
– Sebastiano Megale (SCANCI): “necessario comprendere l’evoluzione del Servizio Civile. opportuno fare una ricerca nazionale sull’impatto economico sulla società del Servizio Civile. Monitoraggio: approfondire cosa si intende monitorare. Tassi di avvio: tenere conto dei territori in cui si opera.”
– Vincenzo De Bernardo (Confcoop. e Vicepres. Consulta): “problema della stabilità delle risorse. Lasciare agli enti la capacità di distribuire i posti assegnati all’interno della propria rete. Oggi invece una lotteria: territori che rimangono completamente scoperti mentre ripetiamo ogni anno le stesse informazioni.”
– Gianluca Sannino (Unione): “parliamo ai giovani di superare l’ossessione per il giudizio e la competizione, scoprire il vantaggio della collaborazione. Adeguare la nostra domanda di volontari alle risorse disponibili è possibile. Competizione allo stremo: tra poco chi ha 100/100 passa, chi 99/100 no.”
2° Panel: un futuro divero non è utopia, il caso Marche e Liguria.
– Il caso SCU nelle MARCHE: tutti gli enti regionali in un unico programma. Qui l’intervento degli enti Marche
– Il caso SC regionale in LIGURIA: nessuna competizione tra enti, distribuzione delle risorse secondo un criterio condiviso e bando di selezione tutto l’anno.
Contatti:
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